Milan-Atalanta 1-1, l’editoriale – Questa Dea può essere “fero” e può essere “piuma”
Una delle battute storiche del cinema popolare italiano è quella pronunciata dal grande Mario Brega in “Bianco, Rosso e Verdone“: “Vedi, sta mano può essere “fero” e può essere “piuma”, oggi è stata “piuma”“. In rigoroso dialetto romanesco.
Ebbene, l‘Atalanta ieri ha iniziato il “ciclo terribile” mostrando la sua versione più difensiva e “provinciale” nel senso buono del termine. E, da un certo punto di vista, meno male che abbia giocato così.
Quando infatti l’avversario ti è superiore tecnicamente e ha il suo calciatore più tecnico in palla, ossia Leao, è dimostrazione di sano buonsenso chiudere gli spazi provando a ripartire in contropiede. E l’Atalanta “provinciale”, memore di alcune lezioni del passato (City e Liverpool su tutte), ha ben agito in tal senso.
Perché poi, alla fine della fiera, il Milan (che pensava a questa partita fin dall’andata con il Rennes) ha dimostrato di avere una sola lettura offensiva, quella della palla alla Leao e ha costruito solo tre occasioni da gol pulite.
Poi, certo, sono mancate all’Atalanta le ripartenze. Di tutti gli attaccanti schierati, solo il rientrante Lookman ha dimostrato di avere un po’ di verve. E, certo, Scamacca è stato indolente.
Però, attenzione, i numeri di Scamacca sono comunque positivi (7 gol e 3 assist) ma sono quasi del tutto avvenuti quando il centravanti è partito titolare (solo 1 assist con la Lazio da subentrante). Quindi, l’ex West Ham rende molto di più quando parte dall’inizio. Scommettiamo sulla sua titolarità mercoledì contro l’Inter?
Immagine tratta dalla pagina ufficiale Facebook dell’Atalanta Bergamasca Calcio