20 Gennaio 2025

L’addio annunciato di Klopp e il sogno di vincere tutto: l’Atalanta trova un Liverpool super motivato

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Comunque terminerà, la stagione 2023/24 per il Liverpool sarà in ogni caso speciale. Perché chiude un ciclo storico, sotto la guida di Jürgen Klopp, che ha portato al ritorno in cima alla Premier League dopo trent’anni, alla Champions del 2019, allo status di top club che da sempre appartiene agli Scousers. Che in Europa League quest’anno ci son finiti un po’ per caso, ma hanno tutta l’intenzione di onorare la competizione perché, appunto, quest’anno è speciale. E il tecnico tedesco dopo nove anni vuole salutare nel migliore dei modi: vincendo.

L’Atalanta nei quarti di finale di Europa League 2023/24 si troverà di fronte una versione dei Reds super motivata, oltre che con valori tecnici che la potrebbero porre serenamente tra le migliori otto della Champions League, com’è normale che sia. Si tratta della più forte del lotto e batterli per la Dea sarà una missione non impossibile, ma comunque molto complicata. Anche perché, come detto, gli stimoli sono a mille.

We’ll face Atalanta in the #UEL quarter-final pic.twitter.com/lSGWpZEqq5

— Liverpool FC (@LFC) March 15, 2024

Salah e compagni lottano ancora su tre fronti, essendo in testa alla Premier League a pari punti con l’Arsenal (64) e a +1 sul Manchester City quando mancano 10 gare al termine, con un quarto di finale di FA Cup da disputare domenica sul campo del Manchester United e, appunto, ai quarti di Europa League. Esattamente come i nerazzurri, anche il Liverpool corre su tutti i fronti. Anzi, di più: ha già un trofeo vinto, la League Cup, in finale contro il Chelsea.

Il cammino europeo

La fase a gruppi per i Reds è stata poco più che una formalità, anche se un paio di passi falsi sono arrivati. Ovviamente si sono classificati al primo posto nel girone con i francesi del Tolosa, gli austriaci del LASK e belgi dell’Union St. Gilloise, affrontando le sfide con un ampio turnover in più di un’occasione.

Anche per questo motivo si son registrati ben due ko: 3-2 a Tolosa alla quarta partita e 2-1 in Belgio all’ultima, unici due stagionali insieme a quelli in Premier sui campi di Arsenal e Tottenham.

Negli ottavi, poi, è arrivato il cambio di passo, con il povero Sparta Praga che è finito sotterrato di gol, 11 totali, 5 all’andata e 6 al ritorno.

L’allenatore

Il 26 gennaio Jürgen Klopp ha spiazzato tutto il mondo del calcio, annunciando con un video la sua volontà di lasciare il Liverpool al termine della stagione, dopo quasi nove anni alla guida del club. Era arrivato nell’autunno del 2015 subentrando a Brendan Rodgers e già al primo anno arrivò fino alla finale di Europa League persa col Siviglia. Due anni dopo ha portato i Reds fino all’ultimo atto della Champions League, incassando un’altra sconfitta, mentre nel 2019 ha spezzato la maledizione alzando la coppa in finale contro il Tottenham.

Nel 2020 ha vinto anche la Premier League: era da trent’anni che gli Scousers non diventavano campioni d’Inghilterra. Un’attesa interminabile che ha reso il tecnico tedesco, ex Mainz e Borussia Dortmund, immortale e leggendario. Una lunghissima storia di quasi 500 panchine che si chiuderà a fine stagione e che vuole festeggiare con altri trofei, aumentando il bottino che finora, tra coppe e Supercoppe, ammonta a 8.

Lo stadio

A proposito di leggende: Anfield non ha bisosgno di presentazione. 60mila posti, la mitica Kop che è cuore battente del tifo Scouse. Aperto a fine ‘800, ha subito rimodernazioni e ampliamenti ma non ha mai perso il suo carattere storico e iconico.

Si può parlare anche di museo a cielo aperto per i calciofili, nel quale si trovano anche una statua del mitico allenatore Bill Shankly e una targa che commemora i 96 morti della tragedia di Hillsborough, stadio di Sheffield dove nel 1989 numerosi tifosi persero la vita mentre tentavano di accedere allo stadio in mezzo alla calca.

La squadra

Il 4-3-3 di Klopp non ha gerarchie fisse, ma tante alternative che ruotano garantendo comunque enorme qualità. Una rosa profonda e colma di opzioni, gestite in maniera quasi scientifica.

In porta l’Atalanta dovrà vedersela con l’irlandese Kelleher, chiamato a fare le veci di Alisson, infortunato e (salvo sorprese) out per i due match dei quarti.

A proposito di infortuni, la speranza dei Reds sarà quella di riavere a disposizione il terzino destro Alexander-Arnold, letale con i suoi cross e le sue discese, anche se il 2003 Bradley non lo sta facendo rimpiangere. Al centro la colonna portante è ancora Virgil van Dijk, affiancato a volte dal nazionale francese Konaté, da Joe Gomez o da Quansah: in rosa anche Matip, che però si è rotto il crociato. A sinistra alternanza frequente tra Tsimikas e Robertson.

A centrocampo i due pilastri sono i nuovi acquisti estivi Dominik Szoboszlai, strappato al Lipsia per 70 milioni, e Alexis Mac Allister, campione del mondo con l’Argentina preso dal Brighton per una quarantina di milioni. Stessa cifra pagata al Bayern per il 2002 olandese Gravenberch, mentre il giapponese Endo, equilibratore fondamentale, ne è costato “solo” 20 dallo Stoccarda. Completano la gamma due prodotti dell’academy come Harvey Elliott e Curtis Jones. Tutti e 6 hanno un minutaggio stagionale compreso tra i 1500 e i 2400.

Anche in attacco le opzioni abbondano e sono di enorme qualità. A partire da Momo Salah e i suoi 20 gol e 13 assist stagionali, numeri che ha sempre garantito. Anche tutto il resto del reparto è in doppia cifra: da Darwin Nunez (17+12) a Luis Diaz, fino a Cody Gakpo (13) e Diogo Jota (14). Quest’ultimo sta recuperando da un problema al ginocchio e non è detto possa essere della partita. Le alternative, comunque, non mancano. Anzi…

 

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