Cagliari-Atalanta 2-1, l’editoriale – Cortocircuito per tutti. In primis per Gasperini
E’ capitato/capita/capiterà prima o poi a tutti di fare qualcosa perché non ci sono alternative ma questo qualcosa lo facciamo proprio controvoglia perché non rientra nelle nostre abitudini. E quando si fa qualcosa perché costretti spesso e volentieri ci si ritrova sballottati ed è normale in alcune occasioni perdere la trebisonda.
Ebbene questo sta capitando all’Atalanta. Non vorremmo passare per presuntuosi, ma ci appare questa l’unica spiegazione razionalmente possibile alla metamorfosi in sette giorni della Dea brillante e vittoriosa a Napoli a quella brutta e perdente a Cagliari, passando per la prestazione molle di Coppa Italia a Firenze.
Riuscire a rimanere in gioco per tre competizioni a inizio aprile è un merito che nessuno toglie e toglierà all’Atalanta ma è anche un merito che sta presentando un conto salato e che sta mettendo a nudo i limiti di una rosa che evidentemente non è in grado di gestire i molteplici impegni quando la posta in palio aumenta in maniera esponenziale. A meno che…
A meno che l’Atalanta impari, volente o nolente, qualcosa che proprio non è nelle sue corde: la gestione della fatica durante le gare, staccando il piede dal pedale dell’acceleratore per diversi tratti della partita.
Solo che dovendo assumere per forza una “medicina” del genere, alle volte possono esserci gli “effetti collaterali” e si può andare in cortocircuito.
E quando si va in cortocircuito si prendono decisioni inspiegabili. Come quella di Gasperini di tenere fuori Palomino e di mortificare Bakker con una sostituzione da subentrante (decisione che neanche in Terza Categoria) nel momento della stagione in cui bisogna avere il gruppo quanto più compatto possibile.
E come quella della squadra stessa che ha peccato di presunzione e di sufficienza trovando il gol del vantaggio con Scamacca, staccando subito la spina e non riuscendo più ad attaccarla.
Il Cagliari, allenato da un grandissimo mister come Claudio Ranieri, ne ha approfittato e ha meritatamente trovato tre punti vitali nella sua corsa verso la salvezza.
Peggior viatico per Liverpool, insomma, non poteva esserci. Ad Anfield si salvi almeno la faccia per poi concentrarsi quasi esclusivamente per il campionato. Dove tornare in Europa, a questo punto della stagione, deve essere un mantra obbligatorio.