20 Gennaio 2025

Atalanta, l’attacco viaggia a mille: un reparto profondo che permette di puntare in alto

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Bergamo. La vittoria contro l’Empoli ha permesso all’Atalanta di alimentare le proprie ambizioni di Champions League andando a rosicchiare due punti molto pesanti alla Roma nella corsa al quinto posto che eccezionalmente per quest’anno vale, appunto, l’Europa dei grandi.

Un successo di spessore nel quale spicca, ovviamente, l’ottima prestazione del duo composto da Ademola Lookman e da El Bilal Touré, nuovamente riproposto dopo quanto fatto vedere a Monza. E la loro impronta non è mancata nemmeno al Gewiss Stadium contro la squadra di Davide Nicola.

Se le due gare contro Monza e Fiorentina hanno rappresentato due indizi chiari e lampanti, la gara con l’Empoli certifica lo stato di forma eccellente raggiunto da tutti i componenti del reparto d’attacco dell’Atalanta. All’U-Power Stadium a segnare erano stati De Ketelaere e El Bilal, entrambi su assist di Lookman, con il nigeriano che si è invece tolto la soddisfazione di siglare il gol qualificazione in Coppa Italia, a seguire il capolavoro in rovesciata di Scamacca e il diagonale vincente di Koopmeiners.

Contro i toscani, invece, è stato ancora Lookman ad avviare l’azione che ha permesso a El Bilal Touré di conquistarsi il calcio di rigore poi affidato a Pasalic, autore del gol che ha indirizzato la contesa, mentre ad inizio ripresa ci ha pensato proprio ‘Mola’ a squarciare la retroguardia toscana con l’assolo che ha fatto scorrere i titoli di coda sul match.

In altre parole, l’attacco della Dea viaggia ad altissime frequenze con tutti i suoi interpreti capaci di ritagliarsi un ruolo da assoluti protagonisti. Un fatto evidenziato anche da Gian Piero Gasperini nella conferenza stampa post partita:

“Gli attaccanti arrivati tutti al loro miglior stato di forma? Dev’essere così, altrimenti non possiamo competere ad altri livelli: se non hai capacità offensive, non vai lontano. Abbiamo diversi giocatori in avanti ed è lì dove poi vai a fare la differenza, per questo oggi avrei voluto più qualità, è fondamentale perché sul resto siamo solidi e lo dimostriamo, abbiamo bisogno che i nostri attaccanti siano al top. Non è questione di averne tanti: noi ne abbiamo 5”.

Il tecnico nerazzurro ha poi rimarcato il concetto di come il pacchetto avanzato rappresenti il fulcro attorno al quale costruire rose competitive, perché a spostare gli equilibri sono sempre e comunque i giocatori offensivi. E di conseguenza abbondare in quella zona di campo non è mai un peccato.

“La nostra non è una rosa così profonda come si crede. Abbiamo 21 giocatori di movimento con due infortunati, Holm e Toloi, senza più Palomino e con alcuni giocatori come Adopo, Bonfanti e Bakker che sono poco utilizzati. Anche lo stesso Hateboer va a singhiozzo, ma in 16 han sempre giocato tanto. La mia idea è questa: le rose vanno fatte così, perché si permette di avere tanta compattezza. Non c’è un undici tra noi, variamo tanto, ma in attacco ho sempre voluto avere un elemento in più, sono ruoli che determinano”.

Determinare, appunto. Perché all’imbocco del segmento finale di una stagione che vede l’Atalanta in corsa per tre obiettivi, potere contare su così tante frecce al proprio arco può sicuramente semplificare i piani.

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