19 Gennaio 2025

“Atalanta, è stata una crescita fantastica e inattesa. Hai già vinto, ma ora porta a casa la coppa”

“Atalanta, è stata una crescita fantastica e inattesa. Hai già vinto, ma ora porta a casa la coppa”

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Dublino (Irlanda). Una crescita fantastica, iniziata dal basso e che ha portato l’Atalanta ad essere sempre più internazionale, come ha ricordato anche Antonio Percassi solo pochi giorni fa, quando ha aperto la Camminata Nerazzurra. Questa sera a Dublino la Dea tocca il punto più alto della sua storia, giocando per la prima volta una finale europea, contro il Bayer Leverkusen.

Qualcosa di impensabile anche solo fino ad una decina d’anni fa, un traguardo storico che va coronato ora con una vittoria che possa aggiungere un altro trofeo vicino alla Coppa Italia del 1963. Sono numerosi i giocatori che hanno contribuito a scrivere questa storia diventata leggenda, ad ogni livello generazionale. E tutti concordano: “Atalanta, ora porta a casa la coppa e scrivi un’altra grande pagina della tua storia, anche se la storia la stai già scrivendo. Si può fare!”.

Valter Bonacina

“Vedo una partita equilibrata, loro sono forti e lo sappiamo, ma penso che la Dea abbia gli stimoli e la voglia di arrivare a un trofeo. Se la giocheranno. Credo che sarebbe stato meglio se ci fossero stati tutti, ma quando si arriva a fine stagione qualcosa si lascia sempre. A centrocampo però le alternative ci sono per sostituire De Roon. Meglio che Scamacca ci sia: un finalizzatore così, lì davanti, serve. Con la Juve è mancato e si è sentito tanto. Gli attaccanti possono fare la differenza. Ormai sono 7-8 anni che l’Atalanta viaggia a questi ritmi e finisce sempre dietro le migliori, arriva in Champions, in Europa ci entra in maniera sistematica. Ha trovato una sua dimensione sia a livello societario che tecnico, perché Gasperini ha dimostrato di saper migliorare e far rendere al top i giocatori che gli vengono messi a disposizione”.

Cristian Zenoni

“Sono entrato a 11 anni a Zingonia, ma già da prima facevo parte del gruppo del maestro Bonifacio. Ho visto l’Atalanta cambiare più da fuori che da dentro, perché le annate nostre non si avvicinano a queste, fatte da questa squadra, anche se le nostre sono state molto positive tra salvezze tranquille. Il trend di questi ultimi anni è totalmente diverso. Sono cambiate molte cose, dinamiche anche societarie, gli investimenti nella struttura, la società stessa, la squadra. Una cosa che mi ha colpito più delle altre? Sicuramente la struttura societaria, hanno puntato sull’ampliamento del settore giovanile di Zingonia, un rinnovamento completo anche in termini di prima squadra. E questo ha fatto la differenza. E va al di là dell’aspetto economico, che comunque aiuta a costruire la squadra. Spero vivamente che l’Atalanta possa alzare un trofeo, Gasperini e la squadra se lo meritano da anni, meriterebbero veramente la ciliegina sulla torta. Hanno dimostrato di saperci stare ed è giusto che questo percorso qui, a prescindere dalla fine, se ci sarà meno, venga coronato, perché se lo meritano tutti”.

Simone Tiribocchi

“Io sono arrivato nell’anno della retrocessione in B e c’è stato il subentro della famiglia Percassi, in un anno abbiamo vinto il campionato e poi fatto quasi il record di punti. Da lì si poteva pensare che l’impatto era stato giusto, Antonio ha sempre saputo dove voleva arrivare e come arrivarci. Mi ricordo che Zingonia all’epoca era già all’avanguardia: una delle prime cose che fece fu migliorare la struttura. Sapeva quale sarebbe stato il percorso. Nessuno si aspettava che fosse così veloce, arrivare in Champions, vincere ad Anfield. La competenza c’è sempre stata e Antonio ne ha sempre avuta, l’imprenditorialità e l’amore che ha per la società: è un presidente tifoso legato al territorio. Mi è dispiaciuto per la finale di Coppa Italia perché l’aveva interpretata bene e ci era arrivato bene: se per caso dovesse andare come spero a Dublino, io mi butto per le strade di Bergamo per festeggiare”.

 

 

Domenico Moro

“L’Atalanta ai miei tempi, negli anni ’80, era una società alle prime armi, non si pensava che potesse centrare certi obiettivi. L’organizzazione data in questi decenni è stata quella che ha poi l’ha portata a raggiungere certi traguardi: programmazione, organizzazione, poi l’arrivo di Gasperini ha dato quel valore aggiunto, ha permesso di arrivare ad un obiettivo straordinario. Due finali nel giro di pochi giorni non sono da tutti: sono cose a cui solo i top club possono aspirare. Quando giocavo io nell’Atalanta ricordo bene l’organizzazione che c’era a livello giovanile, era già al tempo molto alta, infatti le squadre del vivaio vincevano trofei, ma la dimensione restava inferiore. Forse non ci pensavo neanche io: sono arrivato l’anno della retrocessione in Serie C, mi sento orgoglioso di aver iniziato quel cammino che è proseguito in tutti questi anni, è stato veramente un percorso incredibile. Un augurio? Non mi esprimo… Ma diciamo che ‘o vinciamo o impareremo’, come dice Gasp. Sarebbe la ciliegina sulla torta per Bergamo, ma a prescindere questo cammino rende felici. Per migliorarsi però va alzata l’asticella. Non bisogna precludersi niente: magari un giorno si penserà anche allo Scudetto”.

Fabio Gallo

“Allegri è stato molto bravo in finale di Coppa Italia, ha studiato bene l’Atalanta nella gara con la Roma e non le ha dato la possibilità di giocare, limitandone il potenziale. Ora aspettiamo la finale di Europa League, ma già la qualificazione in Champions League certifica lo stato di ‘grande’. Ai miei tempi non c’era questa prospettiva, si viveva per altri obiettivi, poi la Dea ha avuto la forza, la fortuna e la bravura di valorizzare i giovani che hanno permesso di fare plusvalenze importanti. E poi con un allenatore inimitabile e che non si può copiare ha dato lustro alla città e allo stadio. Tanti ci provano, ma non è replicabile. Se il Bayer non ha mai perso forse così semplice non è, ma sarà una partita aperta con due squadre che giocano a calcio”.

Domenico Progna

“Penso che il punto di svolta vero sia stato l’arrivo di Gasperini, quando ha avuto il coraggio di buttare dentro i giovani, anche per il suo modo di giocare, è cambiato tutto. Io mi ricordo quando Percassi subentrò la prima volta, le prime parole, ricordo che furono promesse di investimenti importanti per il settore giovanile, che avevano già le idee chiare che quello doveva essere il futuro. Poi c’è stato l’avvento di Mino Favini e il vivaio è stata la risorsa principale, ha permesso sempre di tenere sempre uno standard molto elevato per via delle cessioni. I direttori sono sempre stati lungimiranti in questo senso. La semifinale del 1988 è un precedente, l’obiettivo ora deve essere la stabilizzazione della società nei piani alti del campionato italiano, bisogna cercare di stare sempre lì, con le big, o essere la prima che viene dopo di loro, stare sempre in Europa. Mi auguro che restino sempre nel giro della Champions, che sarà anche molto ricca. Si sono guadagnati questa bellissima finale, mi auguro solo che si sfati la maledizione della Coppa Italia: magari riusciamo a vincere la più importante. Lo spero per tutti i tifosi: rappresentare Bergamo in Europa è bellissimo, la società ultimamente si è affacciata spesso in Europa, al tempo fu una novità assoluta. Noi ci arrivammo pur retrocedendo in Serie B ed era il massimo: eravamo l’unica italiana rimasta. Partecipare non da favoriti, ma da outsider in un contesto europeo fu qualcosa di favoloso. Quando si raggiungono questi traguardi sono più belli da vivere in queste realtà”.

Massimo Taibi

“Quando giocavo io l’Atalanta era semplicemente una provinciale, anche se a livello di tifoseria c’è sempre stato questo calore: i bergamaschi hanno sempre meritato qualcosa di più, ma non si pensava di poter fare più di ciò che si faceva, rimanendo in Serie A e giocando la salvezza. Con il ritorno di Percassi invece è cambiato tutto, l’uomo della svolta è stato sicuramente lui. Alla squadra da ex non posso che fare un grosso in bocca al lupo e speriamo che vada come tutti noi pensiamo”.

 

Giorgio Magnocavallo

“Ai miei tempi era qualcosa di assolutamente impensabile: quando giocavamo noi negli anni ’80 i Bortolotti giocavano per non retrocedere, si faceva su e giù tra A e B e c’erano anche limiti a livello di ingaggi, non si poteva assolutamente avere la pretesa di ciò che sta facendo il gruppo oggi. Non è più una provinciale, è diventata una società importante a livello internazionale. Se andiamo un attimino indietro, anche il Parma era arrivato a delle finali continentali, però lo ha fatto per un solo periodo. Ormai l’Atalanta è ai vertici da anni ed è una realtà. Le statistiche fanno ragionare un attimo meglio: lottare per lo scudetto è difficile, perché il divario è ampio, perché c’è anche un rischio economico. Noi come Atalanta abbiamo un allenatore importantissimo che riesce ad assemblare il mosaico. Resterà Gasperini? Dovessimo vincere in Europa League potrebbe anche pensare di andare altrove, in una squadra importante. Il telaio comunque c’è. L’augurio da bergamasco è quello di vincere, ma ad esserci arrivati hanno già vinto. È stato un anno da incorniciare e da ricordare, che resterà negli almanacchi”.

Fausto Rossini

“Il cambiamento che spicca di più rispetto a prima è l’investimento sul settore giovanile, visto che 7 su 11 erano ragazzi del vivaio, mentre ad oggi si punta anche su giocatori già formati. Scamacca può essere decisivo, ma assistito da chi glieli fa fare. Sicuramente sarà una partita difficilissima, perché sicuramente non perdere per 51 partite non è un caso, perché il Leverkusen gioca, eccome se gioca, ma meglio partire da sfavoriti, più liberi mentalmente, a differenza di quello che era successo contro la Juventus, il periodo precedente la partita non c’era storia per come si pensava al tempo. In ogni caso il mister e la squadra vanno applauditi, perché hanno raggiunto tutti e tre gli obiettivi: la Champions, due finali nelle coppe. E ora a Dublino si può fare la storia. L’entusiasmo c’è, il pubblico sarà caldo e speriamo tutti in una bella partita. Speriamo che ne esca bene”.

Giorgio Mastropasqua

“Questa è stata un’annata eccezionale, peccato per la finale di Coppa Italia, ci stava un po’ più di fortuna. Contro il Bayer Leverkusen la vedo più difficile però nel calcio non si sa mai, speriamo che magari meritino loro ma che lo vinciamo noi. Abbiamo sempre lottato per rimanere in Serie A e una cosa del genere è totalmente inaspettata. Questa squadra sta facendo un ciclo eccezionale e speriamo che rimanga, perché è importante: sta facendo un calcio spettacolare e ci divertiamo molto a vederlo”.

 

 

Daniele Fortunato

“Sia che si vincano le coppe o meno, la stagione resta eccezionale. Io ho sempre la sensazione che le coppe non coronino niente, poi certo, vincere qualcosa è bello. Io c’ero in finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, ma al tempo c’era una differenza di valori enorme. Invece questa Atalanta può giocarsela con tutti. Affrontare una squadra straniera in ogni caso è sempre meglio che un’italiana, perché ti conoscono meno. Se il Bayer dovesse segnare potrebbe non fare difesa a oltranza e questo può avvantaggiare la Dea, che questa volta magari potrebbe giocare di più. E poi a Roma mancava Scamacca, il giocatore più importante. In ogni caso pensare di vedere l’Atalanta così in alto era impensabile: parliamo spesso dell’Atalanta che al massimo vinceva la Coppa Italia nel ’63, magari arrivava in Serie B. Noi partivamo sempre con delle inferiorità: affrontavamo squadre fortissime, con tantissimi campioni, c’erano valori in generale più alti. Oggi sono diminuiti, mentre è cresciuto quello dell’Atalanta. Sia vincendo che perdendo, anche quest’anno è stato un successo”.

Ivan Pelizzoli

“Incontreremo una squadra che gioca a viso aperto e speriamo in un buon risultato e in una bella partita. Peccato per la finale di Coppa Italia, speriamo che il Leverkusen si apra di più e che ce la possiamo giocare di più, vedendo un buon calcio. Non mi aspettavo di vedere l’Atalanta arrivare così al top, ma da quando i Percassi hanno ripreso in mano la società si è visto un netto miglioramento, vogliono rendere l’Atalanta una grande squadra come è già in questo momento: lo stadio nuovo, una Zingonia totalmente rinnovata. Grandi investimenti per una grande squadra. Gasperini sta ottenendo risultati incredibili”.

Pierluigi Orlandini

“Onestamente non mi sarei mai aspettato un’Atalanta così strutturata e stabilmente nelle posizioni top in Italia e qualificata alle coppe. Ai miei tempi giocavamo per altro e oggi va dato merito alla lungimiranza della società e a un allenatore capace di trasformare la squadra. Io sono fiducioso per Dublino, credo sia una partita difficile, più difficile di quella con la Juve, ma che l’Atalanta possa farcela. Sta facendo stagioni incredibili, certo che poi portare a casa una coppa sarebbe davvero la ciliegina sulla torta”.

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