6 Ottobre 2024

Atalanta-Torino 3-0, l’editoriale – La differenza tra noi e loro. E un piccolo avviso ai naviganti…

Se il calcio vuole fare un salto di mentalità importante, deve abituarsi all’idea che quando si scende in campo si gioca per il massimo risultato sempre a prescindere dalle motivazioni di classifica proprie e di quelle dell’avversario.

L’Atalanta lo ha capito. Tutti si attendevano che, dopo lo storico successo in Europa League, la Dea si sarebbe rilassata contro un Torino desideroso di vincere per blindare il nono posto che potrebbe valere la qualificazione in Conference League.

Non è stato così. Essendoci ancora la possibilità del terzo posto in graduatoria, l’Atalanta ha sofferto solo nel primo quarto d’ora ma poi è salita in cattedra e per la squadra di Juric non vi è stato più nulla da fare.

Il tridente delle meraviglie Lookman-Scamacca-De Ketelaere non ha fatto differenze con il Bayer Leverkusen e ha imposto il suo marchio di fabbrica sulla partita. Come è giusto che sia.

Peccato che la Roma, “vittima” della sportività dell’Atalanta perché “condannata” da quest’ultima all’Europa League, negli ultimi minuti contro l’Empoli abbia indossato virtualmente le ciabatte (chissà cosa ne penseranno a Frosinone) e che il Napoli non si sia dannato l’anima per superare il Lecce perché evidentemente l’impegno della Conference League il prossimo anno avrebbe rappresentato solo un fastidio.

Ergo, la parola “sportività” è interpretata in maniera differente. E siccome fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, sappiano ai piani alti che saremo cani da guardia inflessibili contro ogni piccola vendetta nei confronti dell’Atalanta “rea” di non aver consentito all’Italia di mandare sei squadre in Champions League. Quindi, non vi azzardate minimamente a pensare una cosa del genere. La penna fa sempre più danni della spada, ricordatevelo.

Fonte immagine: pagina Facebook Atalanta Bergamasca Calcio