5 Ottobre 2024

Gasperini alla Gazzetta: “Stagione inimmaginabile. Lo scudetto? Si vince se aggiungi, non se vendi”

L’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport. Ecco un sunto delle sue dichiarazioni.

Sulla stagione: “E’ stata inimmaginabile. Nel girone dell’andata abbiamo giocato in maniera utilitaristica e non mi piaceva. Nel secondo siamo cresciuti dal punto di vista tecnico. La coppa ha fatto la differenza“.

Sullo scudetto: “Si vince a 95 punti e ci mancherebbero una ventina di punti, un abisso. Per vincere lo scudetto devi aggiungere e non vendere e noi, per una questione di conti, non possiamo rinunciare alla nostra politica di vendita. Solo che se vendiamo un Koopmeiners non sempre ne possiamo trovare uno al suo livello. Le squadre che vengono aggiungono, non tolgono“.

Sui problemi avuti con la società: “Ce ne sono stati. Ad esempio, ritengo ancora che il riscatto di Demiral sia stato un affronto nei miei confronti. Così come l’avermi creato il dualismo Musso-Carnesecchi. Fortunatamente, entrambi i portieri si sono comportati bene e si può andare avanti così“.

Su Thiago Motta: “Se è pronto per la Juventus? Assolutamente sì. Già da calciatore era un professore di pensieri. E, oltre al fatto di aver avuto me come allenatore, ha avuto Guardiola e Mourinho e può mescolare tutte queste culture sportive“.

Su chi si ispira a lui: “Ho voluto sempre far migliorare i calciatori e farli diventare dei capitani per far suscitare in loro un forte spirito di squadra“.

Sulle cosiddette grandi e l’obiettivo dell’Atalanta: “L’Inter è la favorita, ma Juventus, Milan e Napoli sono molto più vicine di quanto ha detto la classifica. Noi dobbiamo sempre essere pronti ad approfittare di eventuali problemi di queste quattro compagini. In queste stagioni, siamo arrivati terzi per tre volte (sfiorando anche il secondo posto per due volte) e rischiamo di sfiorare questa posizione per la quarta volta. Vuol dire che siamo stati i più bravi, non i più forti“.

Sui singoli: “Lookman? E’ sempre stato forte, ma andava di spunti sia in partita che in allenamento e alle volte si eclissava. Ci ho lavorato con la pazienza dell’artigiano. Scamacca? La fama di “bad boy” è assurda. Il momento chiave è stato quando si è liberato dalla pressione di dover dimostrare di essere sempre un grande calciatore. Restituisco a Spalletti un bomber. De Ketelaere? Deve giocare vicino alla porta per rendere: fare gol o farli fare“.