La vittoria, la gioia, la festa: Dublino per sempre, il ricordo del trionfo dell’Atalanta un mese dopo
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A volte c’è davvero bisogno di rivederle, le cose, per realizzare che siano davvero accadute. Poi mano a mano ci si convince. Ma Dublino è successo realmente? Sì.
È già passato un mese, ma il popolo atalantino se lo ricorda come se fosse ieri. La Dea sul tetto d’Europa, roba che a pensarlo una decina d’anni fa si veniva presi per pazzi e più si va indietro più questa sensazione aumenta.
Chi l’avrebbe mai detto che per la Bergamasca avrebbe iniziato a girare una coppa gigante di 3 metri, diventata talmente simbolica che ora se ne chiede un’altra per poterla mostrare in giro per tutta la provincia.
Quella originale, invece, è a Zingonia, è al sicuro. Quando è stata esposta in campo dopo i successi con Fiorentina e Torino tutti i presenti al Gewiss Stadium l’hanno guardata con occhi sognanti. C’è chi l’ha accarezzata, chi l’ha baciata, chi l’ha stretta o alzata al cielo.
C’è stata la festa in centro, il bus scoperto che ha portato decine di migliaia di persone in tutta Bergamo, diventata un lungo fiume nerazzurro con sfumature rosse date dai fumogeni che hanno accompagnato le oltre quattro ore di corteo.
La tripletta di Lookman, Bergamo che esplode di fronte al maxischermo, la festa dei 7mila all’Aviva Stadium. Djimsiti, De Roon e Toloi che insieme sollevano la coppa, poi la portano in Comune, dove mister Gasperini si commuove ricordando quanto la Dea rappresenti il territorio.
Il ritorno di una coppa, dopo 61 anni da quel 1963 e della Coppa Italia mai festeggiata. Tutto restituito dalla storia con gli interessi.
È tutto vero? Sì, è tutto vero. Ed è solo l’inizio.
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