6 Ottobre 2024

Gasperini: “Vero, ho pensato di andare al Napoli. Troppi passaggi al portiere in questo calcio. Io incazzoso? Leggenda metropolitana. E su Zaniolo”.

Il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del Corriere dello Sport. Queste le principali dichiarazioni:

Sul fatto di restare a lungo in determinati ambienti: “È possibile. Resisto. Non mi muovo anche perché trovo ambienti talmente buoni da scoraggiare la partenza. Anche da calciatore ero così“.
 
Sul suo carattere: “Io incazzoso? Leggenda. Non sempre lo sono. Come ho già chiarito, sono stronzo con gli stronzi e buono con i buoni. Ecco, non sopporto i soprusi, le ingiustizie. Sono poco diplomatico“. 
 
Sul regolamento del calcio: “Sicuramente è poco chiaro, sui contatti e sui falli di mano non si capisce più nulla. Troppe interpretazioni dissimili e notevoli diversità tra il campo nazionale e quello internazionale. In serie A e nelle coppe si giocano due differenti sport. Prendi l’Europeo, il Var è intervenuto pochissime volte, mentre da noi arbitra spesso. Le decisioni del Var vanno disciplinate una volta per tutte. Aspetta, un’altra cosa che mi fa andare fuori di testa è la simulazione. La simulazione eclatante, il giocatore che si tuffa senza essere stato nemmeno toccato mi fa incazzare di brutto. Questo è barare, il simulatore bara“. 

Sui troppi passaggi al portiere: “Il calcio senza contatto diventa brutto. Brutto come quello dei passaggi sistematici al portiere. L’Ifab dovrebbe fare qualcosa per evitare questa idiozia, una perversione. Ti rendi conto che oggi il giocatore che tocca più palloni con i piedi è il portiere? Il gioco speculativo lo trovo orribile. Il calcio non è all’indietro, ma portato in avanti, verso la porta avversaria. Ed è di contrasti. Il contrasto fatto bene è un gesto tecnico bellissimo. L’intervento in ritardo è altra cosa e va punito con severità“.  

Sul suo calcio: “Uno contro uno fatto metodo? Che cagata. La faccio semplice: difendere sull’uomo, anticiparlo e poi, nella fase offensiva, puntare l’avversario per creare superiorità. Ma ci sono tante declinazioni, aggiornamenti, correzioni. I miei calciatori hanno tutta la libertà che vogliono, nel rispetto dell’organizzazione di squadra“.  

Sul fatto che gli atalantini non rendono quando lasciano Bergamo: “Altra leggenda metropolitana. Mancini e Cristante nella Roma, Kessie, Romero, Hojlund allo United.  Troppo pochi? Noi facciamo spesso allenamento. Qui in ritiro sono arrivato a tre al giorno
 
Su Zaniolo: “Un giorno telefona Borriello e mi fa: “Mister, ho un giocatore che vuole venire da lei, uno forte, una bestia”. E io: Marco, chi è? “Zaniolo”. Bravo, mi piace. Ne ho parlato con D’Amico, poi con Percassi, questo ragazzo mi interessa, ed è arrivato. Ha scommesso lui su di noi“.
 
Su Scamacca e De Ketelaere: “L’Atalanta non può permettersi acquisti milionari. E allora coglie le opportunità. Scamacca e De Ketelaere cresciuti? Parzialmente (ride). Ma erano soltanto al primo anno
 
Sul presunto riconoscimento economico riguardo le vendite: “Ehm… Alla fine del primo anno, quello del boom, furono ceduti Caldara, Kessie, Conti, Bastoni, Gagliardini. Avevo uno stipendio basso (altra risata), Percassi premiò il merito, integrò. Questa felice tradizione si perpetua ogni anno“.  

Su Thiago Motta: “A Bologna ha fatto cose eccezionali, proponendo soluzioni nuove, in particolare nel disimpegno dal portiere. Si tratta del mio allievo migliore? Può essere, ma è arrivato dietro“.  
 
Sull’offerta del Napoli: “Ci ho pensato, sì. Ci sono stati alcuni momenti della stagione in cui ho creduto che fosse arrivata l’ora di lasciare l’Atalanta. Ma volevo lasciarla bene, senza polemiche, senza una delusione. Abbiamo vinto e alla fine hanno prevalso Bergamo, la sua gente e tutto quello che si porta dietro. A Napoli ora c’è Conte, i tifosi non possono provare dispiacere“.