19 Gennaio 2025

Atalanta, a Torino una sconfitta sfortunata con parecchio da recriminare

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Retegui illude la Dea, ma alla fine è il Toro che si prende i 3 punti. In una gara combattuta e sfortunata, l’Atalanta esce sconfitta dall’Olimpico di Torino. E ha parecchio da recriminare, a cominciare dal rigore che avrebbe potuto darle il pareggio nel recupero, ma che Pasalic si è fatto neutralizzare dal portiere avversario.

La formazione nerazzurra ha disputato una buona gara, soprattutto in fase offensiva con un Retegui molto positivo. E non è un caso che sia proprio il centravanti italo-argentino a segnare la rete del vantaggio con un imperioso stacco aereo che lascia di sasso Milinkovic-Savic.

La Dea sembra controllare abbastanza agevolmente la gara, ma purtroppo la difesa di Gasperini si fa infilare in una verticale granata che Carnesecchi non può contrastare.

Ho buone sensazioni, mi aspetto una ripresa senza patemi d’animo con i tre punti alla portata. Invece è il Toro che raddoppia senza onestamente meritare il vantaggio, sfruttando un’altra indecisione difensiva. I nostri premono per cercare il pareggio e ci vanno vicini in diverse occasioni, ma a volte i legni granata a volte l’imprecisione degli attaccanti tarpa le ali dei nerazzurri.

Mister Gasperini getta nella mischia sia Samardzic (buona la sua prova) che Zaniolo (che sostituisce un ottimo Retegui) ma la porta granata non vuole capitolare. Anche Carnesecchi è costretto ad alcuni ottimi interventi per evitare che il passivo aumenti. E quando l’arbitro, dopo consulta col Var, punisce un fallo in area su Cassa con la massima punizione, gioisco: per una volta ci va dritta. Ma a metterla invece storta è Marione, che si fa ipnotizzare calciando piuttosto male.

Pazienza, è andata, fa male perdere una partita in questa maniera, ma le indicazioni di gioco sono state positive. Gasperini lamenta la mancanza di tantissimi giocatori rispetto allo scorso anno e ora attendiamo la fine del mercato per capire quale sarà la rosa definitiva.

Complessivamente si può dire che abbiamo trovato un centravanti che lotta come una furia facendo reparto da solo (e in più segna anche) e una fase offensiva che crea numerosissime occasioni, spesso però non finalizzate. La difesa ha bisogno ancora di rodaggio (e a mio avviso di un innesto) perché paga troppo spesso errori grossolani.

Infine molto bene i giovani, gettati nella mischia a gara in corso ma che dimostrano di non avere nessuna paura. Venerdi terza trasferta consecutiva e stavolta è una di quelle che fanno tremare i polsi: A San Sito per affrontare l’Inter. Ma la Dea ci ha spesso abituato a grandi imprese. Incrociamo le dita.

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