19 Gennaio 2025

Koopmeiners alla Juventus, la trattativa infinita e la fine turbolenta di una storia d’amore

Koopmeiners alla Juventus, la trattativa infinita e la fine turbolenta di una storia d’amore

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Il grande caso dell’estate è giunto al suo – probabilmente più logico – epilogo: dopo tre stagioni ad altissimi livelli, Teun Koopmeiners lascia l’Atalanta per trasferirsi alla Juventus. Si tratta di una delle operazioni più onerose nella storia del calcio italiano, perché l’approdo dell’olandese all’ombra della Mole, inietterà nelle casse della società nerazzurra una cifra leggermente inferiore ai 60 milioni di euro, bonus compresi.

Un finale che – alla luce delle tensioni che avevano condito le ultime settimane – accontenta tutti: la Juve, che per volere di Thiago Motta ha sempre considerato Teun come il grande obiettivo dell’estate; il giocatore stesso che dopo settimane a dir poco complicare vede esaudito il suo desiderio. Infine, però, sorride anche l’Atalanta che riesce a confezionare l’ennesima maxi plusvalenza nei confronti di un calciatore pagato solamente 14 milioni appena tre anni fa.

Per arrivare a questa conclusione ci è voluto però del tempo e non sono mancati gli ostacoli, ad un certo punto apparentemente insormontabili. Ma procediamo con ordine: l’Atalanta – al termine della stagione griffata dalla vittoria dell’Europa League – aveva pianificato il futuro con la ferma intenzione di confermare tutti i suoi pezzi da novanta. Koop compreso. Ma questo lo si era già capito un’estate fa quando la Dea rifiutò i 47 milioni messi sul piatto dal Napoli.

Se i piani della Dea, di fatto, non erano cambiati di una virgola, lo stesso non si poteva di certo dire del ragazzo di nativo di Castricum. Nonostante un contratto valevole fino al 30 giugno 2027, che qualcosa sarebbe potuto cambiare tra la società e il calciatore si era intuito la scorsa primavera quando l’ex centrocampista dell’AZ confermò la sua volontà di voler lasciare Bergamo a fine stagione nel corso di un’intervista al Telegraaf. In quell’occasione Koop ammise di non disdegnare la possibilità di un futuro in Inghilterra ma confermò anche di essere a conoscenza dell’interesse da parte di un club italiano. La Juventus, appunto. I primi segnali.

I mesi successivi sono sono stati poi scanditi da una sorte di calma apparente, nonostante il club bianconero continuasse a tessere la tela a fari spenti raggiungendo un’intesa di massima con il ragazzo che, nel frattempo, continuava a recitare un ruolo da assoluto protagonista lungo il percorso che ha raggiunto il suo culmine massimo nella notte indimenticabile di Dublino del 22 maggio. La notte del trionfo, dell’alzata al cielo dell’Europa League. Ma quello che ancora nessuno poteva prevedere è che quella gara – destinata a rimanere impressa in maniera indelebile nella storia – avrebbe regalato gli ultimi frame di Koopmeiners con la maglia nerazzurra.

E probabilmente è stato proprio quel momento a scavare un ulteriore solco tra le parti: perché se da un lato la Dea sognava di pianificare e costruire nuove vittorie con il suo numero 7 al centro della scena, lui considerava ormai chiuso il suo capitolo in nerazzurro. Posizioni legittime, entrambe. Perché anche questo fa parte del gioco.

Pochi giorni dopo il trionfo, alcuni istanti prima della partenza del bus scoperto che avrebbe portato gli eroi di Dublino per le vie della città di Bergamo lo scorso 31 maggio, i tifosi iniziarono a cantare “Chi non salta è bianconero”: fu il capitano della squadra (e connazionale di Teun) Marten De Roon ad indicare Koopmeiners, accusandolo ironicamente di essere l’unica persona ferma. Un altro segnale, al tempo probabilmente di poco conto.

Ad agire da vero e proprio detonatore su una situazione che, sotto sotto stava già ribollendo da un po’, le note dichiarazioni di Gian Piero Gasperini: il tecnico grugliaschese dipinse il quadro senza troppi giri di parole, annunciando come l’olandese non si stesse più allenando insieme al gruppo e come la società si sentisse ricattata dal suo comportamento.

Era l’8 agosto. Sono passate tre settimane e nel mezzo il tormentone è stato ulteriormente alimentato: da un lato la posizione – irremovibile – del calciatore, di fatto chiamatosi fuori dalla causa nerazzurra arrivando al punto di presentare ben tre certificati medici per ribadire come la sua decisione fosse ormai presa. In altre parole, rottura totale.

 

 

Koopmeiners non è stato convocato né per la Supercoppa europea contro il Real Madrid né per le prime due giornate di campionato contro Lecce e Torino, ma mentre la società ribadiva a chiare voce la propria linea di voler conservare l’ossatura della squadra che ha conquistato il primo trofeo internazionale della storia, in casa Atalanta si aspettava la fatidica offerta da parte della Juventus che, a sua volta, dopo una trattativa estenuante si è finalmente spinta verso le richieste di marca nerazzurra centrando l’obiettivo a soli tre giorni dal termine della sessione estiva di calciomercato.

A partire dalla prossima giornata di campionato, dunque, Koopmeiners passerà da punto di riferimento ad avversario di un’Atalanta che nel frattempo non è rimasta a guardare intervenendo in maniera corposa sul mercato. Una storia d’amore finisce, ma ciò che è stato costruito insieme in questi tre anni non può e non deve essere dimenticato. Perché 129 partite ufficiali, 29 gol, 15 assist, una Europa League in bacheca e una qualificazione alla prossima Champions League non possono essere archiviati come semplici dettagli.

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