La tirata d’orecchie di Gasperini a Zaniolo: “Ci aspettiamo più spirito, non certi atteggiamenti”
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In una cooperativa del gol come punta ad essere l’Atalanta 2024/25 e che ha già portato in gol un totale di 11 giocatori in altrettante partite, fa inevitabilmente rumore la mancanza, tra coloro che si sono già iscritti nell’elenco dei marcatori stagionali, di Nicolò Zaniolo. Vuoi per la curiosità e l’attesa che il suo acquisto estivo ha generato, vuoi perché il classe 1999 a Roma, prima degli infortuni e delle esperienze all’estero, aveva mostrato lampi di enorme talento. Vuoi perché sulla schiena si è messo la numero 10.
L’ex Galatasaray e Aston Villa, arrivato a Bergamo in prestito con diritto di riscatto fissato oltre i 20 milioni di euro, è tema ricorrente di attenzioni e argomento di discussione piuttosto perenne. Anche per la sua condizione fisica: è arrivato reduce da un’operazione al piede, poi degli acciacchi muscolari lo hanno messo nuovamente fuori gioco.
Escluso il cameo d’esordio a Torino in pieno agosto, da metà settembre in avanti è stato impiegato in cinque partite su sette, sempre subentrando a gara in corso. Senza però riuscire ancora a graffiare: quattro volte è andato al tiro, in nessuna occasione ha centrato la porta. In compenso, a Bologna ha servito l’assist che ha liberato al tiro Samardzic per l’1-1.
Un contributo non ancora significativo, ma che ha comunque portato Zaniolo a guadagnarsi anche la convocazione di Luciano Spalletti per Italia-Israele dopo quasi una settimana di lavoro a Zingonia agli ordini di Gian Piero Gasperini. Che a Venezia l’ha inserito per la seconda parte della ripresa, con una partita già indirizzata ma non ancora del tutto chiusa. Senza ricevere ancora le risposte auspicate.
“Ci aspettiamo molto di più”, ha tuonato il tecnico a Dazn nel post gara, riferendosi soprattutto agli atteggiamenti prima che al rendimento in campo, perché “all’Atalanta non è importante l’errore, ma la voglia di fare e di non rinunciare. Vorrei che capisse questo”.
“Abbiamo bisogno che si adegui molto allo spirito più che alla parte tecnica, che riesca ad abbandonare certe abitudini e si allinei allo spirito battagliero” ha ribadito nuovamente in conferenza stampa nella pancia del Penzo.
Una questione di atteggiamento e abnegazione prima che di tecnica e puro calcio, secondo il tecnico, che poco prima aveva sottolineato la disponibilità di Retegui a “mettere subito in campo quelle cose che chiedevamo”. D’altronde Gasperini ha già dato anche in passato prova di quale sia il principale aspetto su cui vuole che i suoi giocatori battano e il fatto di aver tolto Lookman all’intervallo “perché sì, era pericoloso, giocava per gli spunti e non per la squadra” lo dimostra.
Insomma, la scommessa citata a fine agosto – “finora quel che speravamo di avere da questa scommessa, che speravamo di vincere, non l’abbiamo avuto: siamo al palo” – non può ancora dirsi vinta. Siamo ad ottobre, la stagione entra nella fase calda: per ora il tempo è dalla parte del numero 10, che ha ancora l’occasione di prendersi l’Atalanta e mostrare che quel talento esplosivo non è ancora scomparso. Deve però stare attendo a non attendere troppo: altrimenti il rischio di perdere il treno (e rischia di essere l’ultimo) può diventare concreto.
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