Atalanta-Monza 2-0, l’editoriale – Panchina lunga
Alla fine anche Gian Piero Gasperini si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti. Pur dichiarando nuovamente che le rose folte non gli piaceranno mai, il tecnico dell’Atalanta ha dovuto ammettere come, nel calcio moderno con tremila impegni e partite ogni 3 giorni, la panchina lunga ha la sua fondamentale importanza.
E la partita di ieri con il Monza ne è stata l’ennesima dimostrazione. Ci si attendeva una partita scorbutica, con la squadra di Nesta che l’avrebbe buttata sull’agonismo esasperato e così è stato, anche complice un mediocre arbitro come Piccinini (che ha anche annullato inspiegabilmente una rete ai brianzoli sullo 0-0).
Ci si attendeva anche un aumento del nervosismo in casa Atalanta nel caso in cui la gara rimaneva bloccata e così è stato, con i calciatori che mano a mano perdevano di lucidità sbagliando anche giocate elementari.
E allora solo una giocata di elementi freschi provenienti dalla panchina poteva fare da grimaldello. Così è stato. Assist di Zaniolo – finalmente inserito nel suo ruolo naturale – sponda di Retegui e gol di Lasar Samardzic, che mette a segno un’altra rete pesante dopo quella di Bologna.
A completare la festa, il gran gol di uno Zappacosta entrato anche lui dalla panchina e che si conferma allo stato attuale l’esterno più performante dell’Atalanta.
Quindi, panchina lunga decisiva. Gasperini se lo metta in testa: più calciatori entreranno nelle rotazioni, più possibilità di competere a lungo ad alti livelli ci saranno.