Atalanta-Milan 2-1, l’editoriale – Chiamatela personalità
La gara di ieri contro il Milan era per l‘Atalanta un esame ma non di gioco né di classifica. Era un esame di personalità. Questo perché si sfidavano sia le statistiche che vogliono una scivolata dopo una serie positiva sia le pressioni dei tifosotti italiani medi che bramavano in una caduta della Dea.
Ebbene, l’esame è stato passato alla grande. Perché sul campo si è ribaltata la teoria. La squadra che avrebbe dovuto vincere per forza per rientrare nel gruppo “Maglia Rosa” perdeva tempo con mezzi e mezzucci per cercare di strappare un pareggio mentre la compagine che aveva due risultati su tre ha provato in ogni modo e maniera di portare a casa i tre punti.
E la sua abnegazione è stata premiata con un gol anche elementare, passateci il termine, nella sua costruzione e nella sua realizzazione con un Lookman, in procinto di uscire, che si conferma bestia nerissima del Milan.
Audentes fortuna iuvat, scriveva Virgilio nell’Eneide. E ieri al Gewiss Stadium si è avuta piena conferma di questo importante verso. Si sta dicendo, ed è vero, che l’Atalanta sia cresciuta in consapevolezza. Vero. Da ieri possiamo affermare che sia cresciuta anche in personalità.