Atalanta-Cesena 6-1 (Coppa Italia), l’editoriale – Un buon allenamento, ma questa manifestazione che senso ha?
Un buon allenamento in una partitella infrasettimanale. Peccato che si tratti di un ottavo di finale in gara secca di Coppa Italia. Questo è stato Atalanta-Cesena di ieri.
La Dea schierando una formazione mista di titolari, calciatori da rilanciare e riserve (Rui Patricio, Toloi ma anche il giovane Palestra) ha chiuso il discorso dopo neanche otto minuti grazie alle reti di Zappacosta e De Ketelaere. Da lì in avanti, Dea show con la doppietta di Samardzic, ancora CDK, un ritrovato Brescianini e solo la nota stonata che ha portato al gol cesenate di Ceesay al 90.
Per il resto, poco da dire. Vero, Retegui non ha trovato la via della rete ma ha partecipato a due azioni sulle sei che hanno portato ai gol degli uomini di Gasperini (tra l’altro con un sontuoso tacco in occasione del primo gol di De Ketelaere), quindi sta calando sì dal punto di vista delle marcature (ma è normale, mica poteva segnare 40 reti in stagione) però è nel vivo dell’azione e questo conta.
Atalanta-Cesena 6-1 si aggiunge a Milan-Sassuolo 6-1, Roma-Sampdoria 4-1, Juventus-Cagliari 4-0, Bologna-Monza 4-0, altri risultati degli ottavi di finale di Coppa Italia. Una manifestazione che si conferma essere di un’antisportività assoluta.
Non è possibile fare andata e ritorno perché i calendari sono intasatissimi? Bene, almeno si giochi in casa della formazione più “debole” in maniera che possa provare a compensare il vantaggio tecnico dell’avversario con quello del fattore campo.
Sicuramente avremmo visto ben altre partite se si fossero giocate Cesena-Atalanta, Sassuolo-Milan, Sampdoria-Roma, Cagliari-Juventus e Monza-Bologna. L’esito forse non sarebbe cambiato ma almeno sarebbe stato un tantinello più incerto rispetto alle gare scontate che abbiamo “ammirato”. Ma purtroppo ai padroni del vapore e agli italiani medi va bene così e quindi, se va bene a loro, buona camicia a tutti.