De Ketelaere è il leader tecnico dell’Atalanta. E quei paragoni con Ilicic sembrano sempre meno casuali
[[{“value”:”
Bergamo. “Il gol di Charles è stato come una stella cometa, ma non è caduta dal cielo, perché è qualcosa che ha fortemente voluto”. Dopo che De Ketelaere a 4 minuti dalla fine di Atalanta-Empoli si è portato palla sul sinistro cercando lo spazio per il tiro e facendo secchi un paio di avversari, Gian Piero Gasperini non ha trattenuto l’esultanza. C’è da capirlo: la partita si era complicata e forse serviva proprio l’intuizione, il colpo di talento per riuscire a vincerla. L’ha avuto il belga e non sembra per niente un caso.
Mancino, estroso, a cui piace partire da destra ma che sa svariare per il campo, con fisicità per resistere ai contatti e quella capacità di vedere il gioco prima degli altri. È l’elenco per punti sommari di ciò che accomuna l’ex Milan a Josip Ilicic, è ciò che ha fatto scatenare il paragone sin dall’arrivo a Zingonia nell’estate 2023. Campato per aria, al tempo, visto anche quanto lo sloveno è entrato nel cuore dei bergamaschi con le sue giocate. Ora però, giornata dopo giornata, sempre meno casuale.
Anzitutto perché adesso si può davvero dire che Charles sia un leader tecnico di quest’Atalanta, non semplicemente uno sparring partner di altissimo profilo come era ad esempio nella scorsa stagione, quando salvo rari casi non si ergeva a protagonista. È uno step in più, dettato dall’esperienza, dalla necessità di ambientarsi in un contesto per lui nuovo, per non dimenticare le scorie della tossica stagione 2022/23 trascorsa in rossonero, un passo indietro nella sua carriera da cui non era per niente scontato riuscire a riprendersi.
Gasperini fa miracoli anche senza le pozioni magiche: “Non ce n’è bisogno, perchè Charles mette al primo posto il lavoro”. Esempio? Quando è arrivato sembrava inimmaginabile vederlo segnare dei gol di testa. “Adesso ho imparato soprattuto ad andare a cercare la palla: non lo facevo tanto quando arrivato, anche in Belgio a volte segnavo di testa, ma più quando la palla mia arrivava sulla testa. Ora invece vado anche a cercarla” aveva spiegato il diretto interessato contro il Milan. Tesi confermata anche dal tecnico: “E aggiungo che di gol di testa ne farà ancora tanti, perché ora ha anche stacco, poi è bravo a leggere le traiettorie e capirle”. Il fisico aiuta, ma guai a pensare sia un’equazione scontata.
Un cambio di atteggiamento che è anche sinonimo di maggior determinazione, quella che non puoi non avere quando ti trovi all’interno della macchina nerazzurra: chi non aggredisce è perduto. E Charles si è calato subito nella parte, perché da ragazzo intelligente quale è ha capito dove si trovava e ha capito che forse una chance come quella che gli ha offerto l’Atalanta per sprigionare tutto il suo talento non l’avrebbe trovata così facilmente altrove.
Ed eccoci arrivati a fine 2024: i freddi numeri parlano di 24 gol e 20 assist in 74 partite in nerazzurro. Ritmo non troppo diverso da quello di Ilicic (60+44 in 173 gettoni). Chiaro, Josip resta Josip, verrebbe da dire citano il Papu Gomez e le sue parole alla Gazzetta, un giocatore di fantasia ed estro come nessuno: “Quando arrivò era più esperto di Charles, che ha 23 anni e può arrivare a quel livello”. Lo aveva detto anche Gasp: In alcune caratteristiche sono simili, ma De Ketelaere è un altro tipo di giocatore”. Ad esempio? Può essere maggiormente un fattore nel gioco aereo. Detto, fatto.
Resta sicura una cosa: per come ha mandato in porta i compagni a Berna – due gol e tre assist contro lo Young Boys – o per come ha disposto a piacimento delle altre difese in molteplici occasioni, in questo momento Charles De Ketelaere sta davvero trasmettendo quel sensazioni lì. Paragonarli ora può sembrare meno casuale, soprattutto per le emozioni che dà vederli esprimere. Che poi, tecnicamente parlando, è l’essenza più pura del calcio.
“}]]