18 Gennaio 2025

L’accoglienza per Koopmeiners: fischi, striscioni e… certificati. Motta lo difende: “Non capisco le critiche”

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Bergamo. “A Bergamo io non posso entrare”, con il cartello di divieto sul volto di Koopmeiners. Sui social l’immagine girava già da qualche giorno: ieri sera, quando l’olandese è tornato a Bergamo, è diventata anche una maglietta (che sul retro aveva la faccia dell’ex numero 7 sul corpo di un clown). D’altronde si sapeva che Atalanta-Juve avrebbe avuto una partita dentro la partita stessa: il pubblico contro Teun, reo di aver tradito il nerazzurro in estate per vestirsi di bianconero con modalità ritenute quantomeno discutibili – per usare un ricco, ricchissimo eufemismo – dai tifosi della Dea.

Era inevitabile che la sua prima volta da avversario sarebbe stata accompagnata da un sottofondo continuo di fischi, cori e striscioni non certo leggeri. A partire da quando è entrato in campo (per primo) per il riscaldamento insieme ai suoi compagni, pochi secondi dopo l’ingresso dell’Atalanta: i canti e l’entusiasmo per i propri giocatori si sono tramutati, per l’appunto, fischi verso gli avversari — anzi, l’avversario, che non aveva fatto la classica ricognizione appena sceso dal pullman. Prevedibile e comprensibile.

Un cenno all’ex compagno Francesco Rossi, poi subito a prendere gli applausi sotto al settore ospiti, dove campeggia un due aste con il suo volto: “Ce l’abbiamo noi, Teun Koopmeiners ce l’abbiamo noi…” cantano i bianconeri. Dall’altra parte, invece, il tenore è diverso, dal “figlio di” a “uomo di”, fino ad un “Koop fuck off” esposto durante il primo tempo.

La reazione? Nessuna. Un saluto amichevole in pitch view a qualche vecchia conoscenza, sorrisi e indifferenza, mentre in tutti i vari settori vengono sventolati… certificati medici, quelli presentati nel mese di agosto per non allenarsi aspettando la chiusura della trattativa con la Juve. Qualcuno si interroga se anche la coreografia della Nord sia dedicata a lui. Spoiler: ovviamente no.

“La storia che ci ha legato a lui è molto positiva ed è terminata in un modo che l’Atalanta non meritava” dice Luca Percassi a Dazn nel pre-gara, mentre alle sue spalle il diretto interessato rientra negli spogliatoi: i fischi si fanno ancora più intensi, come del resto quando viene letto il suo nome alle formazioni.

E poi inizia la partita. Quando Kolasinac lo recupera dopo un tentativo di fuga scattano urla di derisione, la stessa quando in diagonale col sinistro sfiora il palo Carnesecchi gli toglie la palla dell’1-0 dall’incrocio a fine primo tempo e del potenziale 2-1 a pochi minuti dal 90’. In mezzo anche un salvataggio sulla linea su una conclusione a botta sicura di Lookman. E, ovviamente, fischi, fischi e ancora fischi.

Resta in campo 90 minuti, porta a casa il pareggio, torna sotto il settore a prendersi gli applausi. A proposito, l’unico corner lo ha battuto proprio sotto lo spicchio bianconero, ma dalla Curva Sud qualche oggetto gli è stato comunque lanciato. Nel post, Gasperini liquida la questione in poco: “Koopmeiners? Una storia a cui non devo aggiungere altro, per me rimane sempre un giocatore forte”.

Thiago Motta invece ne prende le difese: “Non riesco a capire i fischi, le critiche, a Bergamo è stato tre anni, fatti in un modo eccezionale, sicuramente è andato via come una persona seria, lasciando non poco a una squadra a cui fino alla fine ha dato tantissimo in tutti i sensi: ha fatto una scelta per la sua carriera e questa va sempre sportivamente parlando accettata, ma la nostra società oggi va in un altro lato rispetto a vedere le cose positive che uno fa, chi si impegna per una grande causa”.

Se dovessero vincere i propri quarti contro Bologna ed Empoli, Juve e Atalanta potrebbero trovarsi in semifinale di Coppa Italia: si gioca su andata e ritorno. Bergamo contro Koopmeiners potrebbe presto vivere un altro ‘atto secondo’.

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