29 Gennaio 2025

Como-Atalanta 1-2, l’editoriale – Ok i 3 punti ma serve un difensore

La sintesi tra tradizione e innovazione: questo il secco riassunto della vittoria dell’Atalanta a Como per 2-1, successo che se non accorcia le distanze dal Napoli capolista perlomeno consente di rimandare la Juventus a +9.

Innovazione perchè nel calcio moderno non si può più essere integralisti, ma una squadra deve sapersi adattare all’avversario e deve sapere interpretare i momenti chiave della partita, cambiando pelle all’occorrenza.

E il passaggio dal 3-4-1-2 al 4-3-3 in corso d’opera è stato decisivo. Messi nei loro ruoli naturali di mezzali, Brescianini e Samardzic hanno inciso notevolmente, chi in fase offensiva (il primo), chi in fase difensiva (il secondo).

Una mossa che ha spiazzato un buon Como allenato da un buonissimo Fabregas che però deve ancora mangiare pane duro per arrivare ai livelli di Gasperini.

Questa l’innovazione. Caratteristica che però è nulla senza la tradizione. E nel calcio le partite si vincono anche grazie – parafrasando il Paron Nereo Rocco – a un “mona che segna”.

Da questo punto di vista, la differenza l’ha fatta Mateo Retegui. Per l’italo-argentino doppietta, 16 gol in campionato e 3 punti regalati all’Atalanta. A dimostrazione che un centravanti serve, eccome se serve.

Così come all’Atalanta serve assolutamente l’acquisto di un difensore. Non ce ne voglia, ma attualmente Giorgio Scalvini è improponibile. E non è un caso che uscito lui l’Atalanta abbia carburato.

Quindi, per far sì che Scalvini torni a essere quello di prima, l’infortunio di Kossounou impone il ritorno sul mercato per l’ingaggio di un difensore pronto. Non si corra il rischio di far andare a male la minestra per non gettarvi dentro un acino di sale in più.