Un Posch in più per le rotazioni difensive dell’Atalanta: a Verona un esordio da titolare convincente
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La storia è piena di colpi imprevisti o last-minute sul mercato che finiscono per avere un impatto immediato a breve e a lungo termine: Mateo Retegui acquistato nel giro di quattro giorni dopo il ko di Scamacca in estate ne è la dimostrazione. Risposta pronta alle esigenze, come è stato l’acquisto di Stefan Posch dopo gli infortuni occorsi a Kossounou e Scalvini.
Annunciato la mattina dell’ultimo giorno della sessione invernale, proiettato in campo la sera successiva contro il Bologna, titolare cinque giorni dopo a Verona. Dando immediatamente risposte, soprattutto al Bentegodi: protagonista in fase offensiva, attento in fase difensiva. Nessuna sorpresa, visto che si parla di un giocatore che nelle ultime due stagioni è stato una colonna dei rossoblù e protagonista del gruppo che ha conquistato la qualificazione in Champions League.
Insomma, era lecito aspettarsi un giocatore pronto da subito a dare una mano. Le necessità della rosa, leggasi infortunio di Kolasinac e normale gestione del carico di capitan Toloi, gli hanno spalancato le porte dal primo minuto, unitamente al fatto di aver convinto immediatamente Gian Piero Gasperini, evidentemente in allenamento e anche in campo. “A me è piaciuto da subito, dai 20 minuti fatti l’altra sera col Bologna” ha ammesso in conferenza stampa nel post-gara dopo la cinquina rifilata agli scaligeri.
Ha ereditato il numero 5 da Ben Godfrey, partito a inizio mercato direzione Ipswich, quando di fatto il reparto sembrava già al completo, con Kossounou e Scalvini sani, oltre a tutti gli altri. Poi le condizioni sono cambiate. E Posch è arrivato a Zingonia in extremis: un milione di euro per il prestito, 6-7 circa per il diritto di riscatto da esercitare a giugno. “È stato un tentativo della società di porre rimedio agli infortuni Kossounou e Scalvini, anche se Giorgio l’abbiamo avuto poco. Ne sono usciti due ed è arrivato lui”.
![Posch Atalanta](https://www.bergamonews.it/photogallery_new/images/2025/02/generico-febbraio-2025-792716.jpg)
Abituato a giocare braccetto di destra nei suoi anni in Germania all’Hoffenheim, a Bologna si è aperto per fare il terzino destro, ruolo atipico che ha interpretato alla sua maniera, sempre con brillantezza e anche con discreti gol: 6 il primo anno in campionato, 2 il secondo. Media ‘Gasperiniana’ si potrebbe dire.
“Questo è un ragazzo che sa stare in campo, ha conoscenze, ha giocato in quel ruolo. Oggi non ha sbagliato praticamente niente, è stato attento nella fase difensiva, sa giocare” ha detto il tecnico del classe 1997, nazionale austriaco, con esperienza internazionale consolidata e personalità per farsi valere da subito. Pressando in avanti, mettendoci fisicità a palate, ma anche provando a spingere quando c’è spazio, inserendosi senza palla. Requisiti essenziali per un braccetto dell’Atalanta, praticamente.
“È la dimostrazione che qualche volta bisogna avere sempre attenzione a 360 gradi sul mercato, come già successo con Kolasinac l’anno scorso. Quando si pensa al mercato ci sia fascia molto la testa, ma ci sono tanti giocatori che possono dare un buon segnale e lui è uno di questi”, ha aggiunto Gasp: non è sempre vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, ma di certo Posch ha iniziato la sua avventura nerazzurra col piede giusto.
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