18 Gennaio 2025

“Le difficoltà di Mbappé, gli infortuni, i dubbi su Ancelotti: l’Atalanta è la peggior avversaria per questo Real Madrid”

“Le difficoltà di Mbappé, gli infortuni, i dubbi su Ancelotti: l’Atalanta è la peggior avversaria per questo Real Madrid”

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Sono passati quattro mesi da quando Atalanta e Real Madrid si sono affrontate a Varsavia, nella Supercoppa Europea che è finita poi in Spagna grazie al 2-0 maturato nei 90 minuti nella capitale polacca. Un successo firmato da Mbappé e Valverde, uno dei pochi ‘alti’ di una stagione che finora non è stata all’altezza delle aspettative.

Che versione dei Blancos dobbiamo aspettarci al Bernabéu? Quella che ara gli avversari sfruttando il suo immenso talento o quella che spesso tende a soffrire e ad andare in difficoltà, pur con un talento smisurato? Filippo Maria Ricci, corrispondente da Madrid per La Gazzetta Dello Sport, prova a rispondere a questa difficile domanda.

Anzitutto, come sta il Real Madrid a livello fisico?

“Sono ore di incognite, perché sabato sera ci sono stati degli infortuni che vanno valutati, a partire da quello di Jude Bellingham. Ancelotti ha affermato che sta bene: parliamo di un giocatore fondamentale, è l’uomo più in forma, ha segnato quattro gol nelle ultime quattro di Liga, anche se non ha ancora fatto gol in Champions. Mendy invece è infortunato (a livello muscolare, ndr) e complica la situazione in difesa. Dovrebbe rientrare Rodrygo, così come Vinicius, annunciato dallo stesso Ancelotti. Insomma, le scelte di formazione dipenderanno soprattutto dal bollettino medico. Ovviamente il rientro di Vinicius è fondamentale, sarà sicuramente titolare. È stato fermo una decina di giorni, prima di infortunarsi a fine novembre era l’uomo più in forma e penso sia stato tenuto fuori più per precauzione. Resta il fatto che se non dovesse giocare Bellingham sarebbe ovviamente un disastro. In conclusione, a livello fisico il Real Madrid non può dire di stare bene”.

Come si sta fronteggiando quest’emergenza difensiva, con Militao, Carvajal e Alaba fuori da diversi mesi e ora Mendy?

“L’unico difensore sano della prima squadra è Rüdiger, sulle fasce dovranno giocare Lucas Vazquez e Fran Garcia, poi il tema è dove giocherà Tchouaméni, che ha una fisicità importante e potrebbe tornare molto utile anche a centrocampo contro una squadra come l’Atalanta. In difesa Ancelotti ha puntato anche su Raùl Asencio, ragazzo di 21 anni che viene dal settore giovanile, ma parliamo di un giocatore con pochissima esperienza pescato in situazione d’emergenza. Si percepisce che la rosa è stata confezionata male, basta vedere che Nacho dopo il suo addio in estate di fatto non è stato sostituito. Perciò penso che questo Real Madrid sia ancora imperfetto”.

 

Le stelle del Real Madrid si allenano alla vigilia della Supercoppa contro l'Atalanta

Le stelle del Real Madrid a Varsavia

 

In termini mentali, di fiducia, invece che Real Madrid arriva a Bergamo?

“La vittoria contro il Girona di sabato sera per 3-0 fa morale, ma il Madrid ha già perso cinque partite quest’anno, di cui tre in Champions. L’anno scorso ne ha perse solo due su 68. Io la vedo come una squadra capace di vincere tutte le partite, ma anche di perderle non dico tutte, però con squadre un pochino più attrezzate, come l’Atalanta. La sconfitta è sempre dietro l’angolo: questa è una squadra ancora vulnerabile”.

C’è preoccupazione per la situazione? Soprattutto in Champions League, dopo 6 punti in 5 partite e un 24° posto nella classifica unica.

“No, c’è la sicurezza di poter comunque entrare almeno agli spareggi. A gennaio giocheranno contro Salisburgo e Brest: si sentono sicuri di passare il turno. È però pur vero che una sconfitta farebbe di nuovo scatenare il presidente, le critiche, i detrattori”.

La panchina di Ancelotti può essere messa in discussione?

“Può sembrare incredibile per chi non vive quest’ambiente, ma intorno al Real Madrid ci sono diversi detrattori di Ancelotti, spesso istigati anche un po’ dalla rabbia presidenziale, che mettono in dubbio. Carlo ha già salvato la panchina una volta: dopo le sconfitte in casa con Barcellona (0-4 il 26 ottobre) e il Milan (1-3 il 5 novembre) gli è stato dato un ultimatum: doveva battere l’Osasuna, ha vinto 4-0 e si è salvato. Ancelotti non è preoccupato, ma intorno a lui si tende a creare questo clima di incertezza quando le cose non vanno bene: una sconfitta a Bergamo implicherebbe presentarsi al settimo turno di Champions con sei punti e quattro sconfitte e ovviamente sarebbe adito a una certa situazione di panico”.

E andare sul campo di una squadra che vince ininterrottamente da 9 partite consecutive…

“L’Atalanta è la squadra perfetta per dare fastidio a questo Madrid. Per come sta, per come gioca, perché non ha nessun tipo di peso. Gioca per sé stessa, per divertimento. Si vede, è una squadra in salute. Per cui è proprio il cliente peggiore per questo Real”.

Il grande colpo estivo è stato Kylian Mbappé: anche se ha già raggiunto quota 10 gol, si può dire che non stia rispettando le attese?

“Sta evidentemente avendo delle difficoltà in questo momento. Rispetto a quando ha segnato il suo primo gol con il Real Madrid, in Supercoppa ad agosto proprio contro l’Atalanta, è cambiato il mondo. Per lui e per il Real Madrid. Quattro mesi dopo, sabato contro il Girona, ha fato finalmente un gol dei suoi. Però prima ne aveva sbagliati altri tre, tra cui un errore clamoroso. Contro Liverpool e Athletic ha sbagliato due rigori. È evidentemente preoccupato, un pochino intristito, teso. L’inizio non è stato esattamente quello che si aspettava: prima o poi inizierà a fare ciò che gli riesce meglio, perché ha troppo talento per non spaccare il mondo, ma al momento non ci sta riuscendo”.

A cosa sono dovute queste difficoltà?

“Io credo ci sia un imbroglio tattico, perché Mbappé tende a giocare esattamente nella stessa zona di Vinicius. Ed è una cosa che tutti sapevano sin dall’inizio, ma è stata ignorata. E credo soffra particolarmente anche la personalità dello stesso Vini. C’è anche un tema di sovrapposizione con Bellingham: Ancelotti ha provato a metterlo prima a sinistra, poi a destra. L’anno scorso aveva segnato 23 gol, quest’anno ha segnato il suo primo a novembre inoltrato. Gli ha chiesto più corsa e meno gol, ma non so quanto sia stato felice Jude di questa richiesta. Poi quando lo ha riportato più vicino all’area ha ripreso a segnare: 4 gol nelle ultime 4. Almeno da questo punto di vista il bandolo della matassa sembra essere stato trovato”.

 

Kylian Mbappé

 

Sempre parlando di movimenti estivi, è arrivata la decisione di Toni Kroos di ritirarsi. Come ha reagito il centrocampo del Real Madrid alla perdita del suo regista?

“Quando si è giocata la Supercoppa era ancora una cosa fresca, è stata una partita secca, una finale, per cui non c’era questa percezione di vuoto. Adesso invece la sua assenza è molto più evidente, perché non c’è più un architetto, ma solo tanti incursori. C’è Modric, sì, ma ha 39 anni. C’è Dani Ceballos che non riesce a imporsi. Camavinga è infortunato. Poi ci sono le mezzepunte, Arda Güler e Brahim Diaz. Nessuno, però, è come Kroos. Quattro mesi dopo questo problema è venuto a galla”.

Modric è ancora un punto fermo di questo Real? Può essere in campo al Gewiss Stadium?

“Contro l’intensità dell’Atalanta fatico a pensare possa reggere 90 minuti. Sabato ha fatto un assist meraviglioso, ha ancora i suoi colpi, ma credo che per il tipo di partita Ancelotti preferisca uno come Tchouaméni, più fisico, anche se meno elegante, ragione per cui il Madridismo non lo sopporta. Ma è necessario e penso giocherà insieme a Valverde a centrocampo, con uno tra Modric, Brahim Diaz e Arda Güler e davanti Bellingham, Vinicius e Mbappé”.

E invece il super talento Endrick, classe 2006?

“Ancelotti non lo vede proprio. Gioca pochissimo: ha tanta verve, però è facile che si faccia munire, è molto irruento, è ancora molto giovane, un po’ arruffone. L’allenatore lo pizzica spesso, gli chiede qualcosa in più a livello anche tattico e mentale. Al momento, diciamo, non c’è ancora idillio tra loro. Penso sia anche una questione di protezione per Mbappé: se Endrick avesse giocato e fatto doppietta, poi avrebbe dovuto togliere Kylian dal campo”.

Chi può essere il “coniglio dal cilindro” di Ancelotti nell’undici titolare? Arda Güler?

“Sabato ha fatto un gran gol, però è visto poco anche lui. Ancelotti ha passato la partita a dargli istruzioni su come muoversi. La realtà è che la maglia pesa. Poi quest’anno, essendo una stagione ancora più difficile per risultati, per prestazioni, per sconfitte, per infortuni, l’esigenza probabilmente è ancora più alta. E se soffre uno come Mbappé devono poter soffrire anche ragazzi come Arda Güler, che è del 2005, o Endrick”.

Come viene vista l’Atalanta dal Madridismo?

“C’è grandissimo rispetto. L’Atalanta è super considerata: per Gasperini, per come approccia le partite, per il gioco. È considerata una squadra piacevole, forte, determinata. Solo elogi. Anche perché a Dublino ha schiantato il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso, che è il candidato numero uno alla successione di Ancelotti. Qui è tutto visto in un Madrid-centrismo e quella finale vale oro a livello di credibilità, di fiducia, di considerazione. Forse solo l’Inter in questo momento ha più considerazione, se parliamo del presente”.

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