El Bilal Touré, una serata con gol (e 100 minuti in campo) per prendersi l’Atalanta
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Aveva giocato un’ora soltanto nel corso delle ultima decina partite, da inizio marzo in avanti. Oltre alla mezz’ora contro il Cagliari, solo piccoli spezzoni. Proiettato all’improvviso nella formazione titolare, ha risposto presente nel migliore dei modi: gol, movimenti e soprattutto quasi 100 minuti in campo, recuperi compresi, che sono il miglior segnale per la sua crescita. L’Atalanta ha potuto godere finalmente di un El Bilal Touré in piena condizione fisica e incisivo anche sul risultato.
L’appoggio aprendo il destro sull’assist del compagno e amico Ademola Lookman rappresenta il secondo centro stagionale: il primo era stato sul campo del Genoa, l’1-4 che aveva chiuso i conti in quella che era stata la sua prima partita con la Dea. Era stato in campo più di mezz’ora, Gasperini voleva permettergli di sfruttare gli spazi che il Grifone poteva concedere.
Naturalmente, però, avendo giocato una sola partita nei 10 mesi precedenti, l’impatto non era stato particolarmente convincente, se si esclude il gol arrivato nel finale sull’1-4, comunque fondamentale per fargli riconquistare quella fiducia necessaria nei propri mezzi — quelli che ha mostrato all’Almeria e avevano convinto i Percassi a spendere 30 milioni di euro per portarlo a Bergamo, rendendolo l’acquisto più costoso nella storia dell’Atalanta.
Dinamiche normali, che fanno parte del percorso di rientro di un ragazzo che ora sembra essersi messo alle spalle i problemi muscolari, l’operazione a Barcellona e il lungo periodo a lavorare tra palestra e campo individualmente per dimostrare di valere quella maglia numero 10 messa sulla schiena in estate, anche se il ‘suo’ numero è il 9 e lo si evince anche dai suoi profili social.
Più che la forma, comunque, conta la sostanza. E a Monza di sostanza ce n’è stata eccome. “Ha fatto un’ottima partita, veramente positiva sotto tutti gli aspetti” ha affermato Gasperini. All’inizio forse è mancata un po’ quella confidenza con la porta, si ricorda un colpo di testa impreciso da ottima posizione in una situazione in cui poteva anche stoppare e calciare, ma i movimenti sono sempre stati di ottima fattura e qualità. E alla fine il premio è arrivato.
D’altronde El Bilal è un “animale da gara” secondo il mister, come anche altri ragazzi: “A volte in allenamento non mostrano tutto, bisogna provarli in campo”. E la risposta è stata perfetta, nella partita “giusta” per lui. Con risposte di primo piano anche a livello fisico: basterebbe pensare a uno scatto in avanti nel recupero che ha fatto guadagnare secondi che in teoria dovevano essere preziosi. 100 minuti e non sentirli: la Dea ha trovato una risorsa in più.
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