Gritti: “Il 3-1 col Var? Una goduria pazzesca. Lookman continuava a chiedermi se era buono…”
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“Queste sono cose bellissime. È un premio per tutti, perché non abbiamo mai deciso di scegliere un trofeo come qualcuno diceva: l’Atalanta è questa, una squadra che dà il massimo per qualsiasi competizione. Un plauso gigantesco a tutti i ragazzi”. Tullio Gritti si mostra orgoglioso dei suoi ragazzi in conferenza stampa dopo la vittoria per 4-1 contro la Fiorentina che ha ribaltato l’1-0 dell’andata e portato in finale di Coppa Italia l’Atalanta: il 15 maggio la sfida alla Juventus a Roma.
Atalanta-Fiorentina 4-1, la conferenza stampa di Gritti
La mentalità: “Lo abbiamo dimostrato in questi anni, andiamo in campo sempre e solo per vincere, non sempre ci riesce altrimenti saremmo il Real Madrid dei tempi d’oro: i ragazzi hanno perfettamente assorbito la mentalità del mister. Tutti avevamo in mente che potevamo fare la nostra figura ad Anfield e potevamo fare qualcosa di grande. E lo abbiamo fatto giocando a calcio”.
Il gol di Lookman nel finale e l’attesa per il Var: “Ho passato i due minuti del Var a parlare con Ademola, che continuava a chiedermi se era gol: gli dicevo “boh!”… Ma, come a Kharkiv, più passa il tempo e più può succedere che la decisione sia sbagliata. E quando ce l’hanno dato buono è stata una goduria pazzesca”.
L’impatto dei cambi: “Ci si aspetta sempre questo, perché quando entri e trovi gente stanca: come loro pensano dei nostri, anche noi dobbiamo pensarlo. Bisogna esserlo: noi abbiamo giocatori di qualità anche in panchina e oggi sono stati tutti eccezionali”.
I migliori in campo: “Giochi contro una squadra che fa 150 rinvii del portiere e i difensori si trovano sempre 1 contro 1 e la spuntano sempre, in mezzo reggono, davanti gli attaccanti han messi in croce… Io posso dire che il migliore in campo non è stato Carnesecchi, che non ha fatto una parata. Gli altri sono stati eccezionali, tutti. Scamacca ha segnato in rovesciata, sì, ma il gol è costruito da tutti. Io ho fatto l’attaccante, segnavo tanto, ma poi dietro avevo giocatori che correvano tantissimo per me”.
La profondità di scelta nel reparto offensivo: “Abbiamo puntato sull’ampiezza davanti: il mister lo ha sempre detto e io come attaccante l’ho sempre spinto da dietro. Perché si può giocare bene o male, ma se davanti c’è gente che fa giocate e la mette dentro non vinci. Noi giochiamo bene e facciamo tanti gol. Quelli davanti hanno qualità, ma serve che quelli dietro costruiscano. Il discorso nell’intervallo contro il Liverpool (a cui ha fatto riferimento Gasperini dopo il ritorno, ndr) mi ha aperto il cuore, sentire i ragazzi che ti appoggiano è più che vincere lo scudetto, non ha prezzo qualcosa del genere”.
“Le grandi parate di Carnesecchi all’andata hanno tenuto aperto il risultato, l’espulsione di Milenkovic ci ha complicato tutto e non era mai successo, a volte concedevamo anche un gol. Stavamo difendendo con un blocco basso, compatti e con ordine, cosa che non facciamo spesso” ha affermato Vincenzo Italiano, che ha poi analizzato gli episodi: “Sull’uscita di Carnesecchi su Gonzalez ci può stare un rigore e anche l’espulsione di Scamacca mancata all’andata. Sono episodi e il calcio è fatto anche di questo.
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