Finale di Europa League, Gasperini: “Vivo l’attesa: siamo pronti, vogliamo ripagare i nostri tifosi”
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Dublino (Irlanda). Gian Piero Gasperini in conferenza stampa alla vigilia della finalissima di Europa League di Dublino non lascia trasparire l’emozione dal volto, ma la esprime a parole. Per l’Atalanta è la seconda finale nel giro di una settimana, dopo la sconfitta in Coppa Italia ora c’è un’altra occasione, più ghiotta, più grande, per scrivere un’altra pagina di storia, l’ennesima della sua storia nerazzurra.
“Il mio sentimento maggiore in questo momento è di attesa: crediamo di aver preparato tutto ciò che dovevamo, adesso aspettiamo di confrontarci e giocare la partita. Dovremo esser bravi in queste poco più di ventiquattr’ore a trovare la serenità giusta. Ora parlerà il campo”.
Finale di Europa League, Gasperini in conferenza stampa
L’Atalanta arriva al match nella condizione migliore: “Sotto l’aspetto mentale e psicofisico sì, e anche il fatto di aver centrato la Champions sabato ancora di più. Qualificarsi è stato il modo migliore per arrivare, è stato un ulteriore passo che ha permesso di concentrarci solo su questa coppa”.
L’evoluzione di Scamacca: “Negli ultimi mesi ha fatto miglioramenti notevoli in termini di gol e prestazioni, il fatto che non abbia giocato con la Juventus in quel tipo di partita è pesato, sarebbe stato fondamentale. Non abbiamo un’alternativa simile a lui. Domani in attacco ci sono tutti, il reparto è al completo. Possiamo ragionare anche sui 90 minuti ed eventualmente anche sui 120”.
L’assenza di De Roon: “Sono dispiaciuto per Marten, uno per il suo valore in campo e due perché meritava la finale. Ha dato tantissimo all’Atalanta e dispiace non possa esserci nella partita più importante. Avrei preferito averlo in campo, ma sono molto felice che sia in panchina con noi, nello spogliatoio prima della gara. Per noi è sempre stato un capitano esemplare per comportamento e per qualità. Siamo dispiaciutissimi che debba saltarla, ma la sua energia sarà trasmessa ugualmente ai compagni”.
Il ritmo partita e la stanchezza: “Non è facile giocare come abbiamo fatto noi ogni tre giorni. Ci è rimasto il rammarico della partita con la Juventus a cui siamo arrivati non al meglio delle nostre prestazioni, ma ora non abbiamo alibi. Il campionato italiano è cresciuto con la presenza di tante squadre nelle finali delle coppe europee, un segno molto positivo nel nostro campionato e speriamo lo sia anche con la nazionale, ma giocare tante partite sotto certi aspetti ci ha agevolato. Abbiamo giocato di più e la stagione è stata durissima: a calendari del genere o dovremo abituarci o trovare qualche stratagemma perché per la nostra squadra è stato molto impegnativo”.
Il supporto dei tifosi: “Abbiamo chiesto loro sacrifici sotto ogni aspetto: di tempo, economici. Si sono spostati sempre, non hanno mai fatto mancare la loro presenza. Non è agevole raggiungere Dublino da Bergamo, speriamo di dar loro una soddisfazione”.
La forza del Bayer Leverkusen: “Il Leverkusen è una squadra molto ben organizzata, oltre ad aver giocatori di valore ma è proprio una squadra con soluzioni diverse, per come si inserisce e sposta certi giocatori, duttile, che sa difendersi molto bene, vale tutti i risultati che ha fatto. Dovremo fare una prestazione molto precisa. Dovremo esserlo anche noi: è una partita che, come in ogni finale, bisogna portare gli episodi dalla propria”.
Come si affronta una squadra imbattuta: “Siamo consapevoli di affrontare una grande squadra: parlano i numeri, nel nostro percorso abbiamo affrontato tante squadre forti e abbiamo autostima. Dobbiamo avere grande rispetto e coscienza di questa squadra, con le italiane ci si confronta molte volte, con le straniere meno, abbiamo incontrato il Bayer 2-3 anni fa, ma quella di oggi è una squadra diversa. Non c’è l’abitudine al confronto, mentre sui 180 minuti è diverso. In una finale, una gara secca, devi essere molto bravo da subito”.
I valori di Bergamo incarnati nella squadra: “Magari con caratteristiche diverse, ma queste componenti sono sempre state presenti nella squadra anche gli anni scorsi. Magari cambiavano le caratteristiche, ma i valori ci sono sempre stati e ora sono emersi tutti insieme. Quello di quest’anno è stato un percorso subito prorompente, sembrava che dovessimo soffrire molto di più, invece siamo tornati in Champions. È un insieme di tante componenti che parte dal territorio che arriva allo staff. Ne siamo orgogliosi, ma anche consapevoli che possiamo fare qualcosa in più”.
L’ipotesi di dire addio: “Il momento propizio quando arriva non lo sai, si dice che è quando vinci per non calare mai nella considerazione, ma noi viviamo di presente, non pensiamo a quando lasciare. È molto bello quello che ha fatto Xabi Alonso: gli si sarebbero spalancate tante situazioni, ma ha detto che voleva ripagare il club per avergli dato fiducia”.
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