19 Gennaio 2025

Una settimana alla Supercoppa: l’Atalanta pensa a come ridisegnare l’attacco

[[{“value”:”

La finale di Coppa Italia non può certo essere considerato un bel ricordo per l’Atalanta, soprattutto per il risultato ma anche per la prestazione. Eppure, paradossalmente, può essere un “esempio” da seguire in vista di un’altra finale: la Supercoppa Europea che si giocherà a Varsavia il 14 agosto contro il Real Madrid.

Mancano solo 7 giorni, il tempo stringe e Gian Piero Gasperini deve fare i conti con la pesantissima assenza di Gianluca Scamacca. Che poi è, appunto, il comun denominatore con quella finale del 15 maggio all’Olimpico, persa 1-0 per effetto del gol segnato da Vlahovic dopo appena quattro minuti che ha inevitabilmente cambiato il corso di quella partita, nella quale l’assenza del bomber nerazzurro per squalifica (due ammonizioni nelle semifinali con la Fiorentina) aveva inevitabilmente pesato.

Il piano-gara di Roma, come spiegato dallo stesso tecnico di Grugliasco, prevedeva la presenza di due attaccanti come De Ketelaere e Lookman chiamati ad aprire la difesa e gli spazi per gli inserimenti di Pasalic e Koopmeiners, una sorta di 3-3-2-2 se dovessimo metterlo per iscritto, con De Roon a coprire la mediana.

Piano partita che contro la difesa bassissima ha richiesto la presenza nella ripresa di un giocatore in grado di dare una specie di riferimento come poteva essere El Bilal Touré, che però non è visto come tale. Perché di Scamacca ce n’è uno e nella rosa dell’Atalanta ne serve almeno un altro. Se prima era una delle necessità, adesso è l’urgenza.

Per Varsavia però sembra particolarmente ottimistico pensare che Gasperini possa già avere a disposizione il tanto agognato attaccante. Insomma, toccherà inventarsene una, ridisegnando l’attacco. Ed ecco che proprio la scelta della finale di Roma torna inevitabilmente d’attualità, perché per quanto sulla carta possa essere sembrata non del tutto soddisfacente data la piega presa dalla partita, può rivelarsi ancora la migliore possibile per provare a sparigliare le carte.

D’altronde né Lookman né De Ketelaere hanno le caratteristiche della prima punta e lo stesso Mario Pasalic per quanto abbia già fatto il ‘9’ non la soluzione preferita da esplorare, specie per come andrebbe interpretata la posizione. E nemmeno El Bilal viene visto come una prima punta fisica, piuttosto una seconda, una ‘spalla’ di un nove.

Insomma, le strategie alternative ci sono, anche se non hanno la stessa efficacia, ma la priorità resta quella di guardare in avanti senza pensare a ciò che poteva essere e non sarà.

“}]]