L’infortunio di Zaniolo, la rosa corta, i gol subiti: Atalanta, quanti dubbi verso Varsavia
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Se la partita con il Real Madrid è da considerare l’apice della storia dell’Atalanta, citando proprio mister Gian Piero Gasperini, c’è da sperare che quella che scenderà in campo a Varsavia non sia la stessa versione nerazzurra che si è vista nelle amichevoli estive. Specialmente le ultime due, nelle quali oltre ai risultati c’è stato tanto di negativo anche nelle prestazioni.
Il 3-0 incassato dal St. Pauli venerdì (9 agosto) al Millerntor segue a distanza di 5 giorni il 4-1 del Tardini di Parma, nel quale è arrivato anche l’infortunio di Scamacca che non ha fatto altro che complicare ulteriormente i piani dell’estate bergamasca, soprattutto in sede di mercato, visto che l’investimento necessario a portare un’alternativa di spessore come Retegui ha inevitabilmente tolto soldi e tempo ad altre trattative che fino a una settimana fa erano considerate prioritarie.
Va da sé che quella che si presenterà all’appuntamento con la Supercoppa Europea sarà una squadra incompleta, con assenze impreviste sia per problematiche fisiche che casi di mercato. Ogni riferimento a Teun Koopmeiners è ovviamente voluto: il suo vuoto, dopo la decisione esplicitata dallo stesso Gasperini di non voler più giocare o allenarsi, non è facile da colmare. E ci mancherebbe altro.
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Il problema è che il tempo stringe: da qui alla Supercoppa l’unica aggiunta alla rosa potrebbe essere il 2003 Marc Pubill, fresco di medaglia d’oro olimpica con la Spagna grazie alla vittoria in finale con la Francia padrona di casa per 5-3. Profondità sulla fascia destra, in cui in questo momento c’è solo Palestra, classe 2005 che ha tante richieste, di prestito in B e non solo, ma non abbastanza per ampliare le rotazioni negli altri reparti.
Anche perché a poter ulteriormente complicare tutto c’è la tendinite che non sta lasciando in pace Nicolò Zaniolo: lo ha colpito al piede sinistro, lo stesso che era stato operato. Non necessariamente correlata, ma sufficiente per far porre più di un punto di domanda sulla sua presenza a Varsavia: condizioni da valutare seduta dopo seduta, con l’auspicio che le cose possano risolversi.
Non è l’Atalanta che fino allo scorso maggio aveva 5 cambi solidi: è un cantiere aperto, su cui c’è ancora tanto da fare. Solo che in mezzo c’è appunto una partita che è un evento forse irripetibile e che l’Atalanta vorrà giocarsi al top. Con la testa sgombra, dopo una fase di preparazione che in 30 giorni ha visto giocare tre amichevoli di spessore.
Nessuna vittoria, poco male, ma soprattutto una caterva di gol subiti: 9. Un paio ad Alkmaar, poi il poker di Parma e il tris contro il St. Pauli. Qualcuno per distrazioni inusuali che vien da pensare non possano capitare in gare ufficiali, altri per errori di posizionamento o su palla inattiva. Numeri non certo rassicuranti, comunque, al netto di gambe ancora imballate e che si sono sciolte solo per una mezz’ora al Millerntor.
L’attacco ha prodotto decisamente di più, ma concretizzato troppo poco. Lookman si è inventato il gol col Parma e propiziato uno dei due centri contro l’AZ, l’altro lo ha segnato De Ketelaere su corner ancora dello stesso nigeriano. Che per ora, senza Scamacca, si sta confermando l’unica certezza del reparto offensivo nerazzurro sull’onda lunga della tripletta di Dublino.
Gli altri non sono ancora riusciti ad accendere la luce, nemmeno El Bilal Touré, di cui Gasp ha rivelato apertamente la volontà di andare via, ma a cui ha dato una chance non certo ben giocata ad Amburgo. Meglio ha fatto Retegui nel suo spezzone di partita, ventiquattr’ore dopo l’annuncio ufficiale: la sensazione che il numero 32 possa già essere al centro dell’attacco in Supercoppa c’è.
E forse questa è già una piccola certezza a cui provare ad aggrapparsi in un mare di dubbi estivo: con l’auspicio che anche le amichevoli, come spesso capita, non siano altro che calcio d’estate che lascia il tempo che trova. Per avere la risposta serve solo attendere la Supercoppa. Con ancora più impazienza.
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