L’Inter sprint tramortisce l’Atalanta: doppio uno-due, a San Siro 4-0 senza appello
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Milano. C’è sempre una prima volta, è vero, ma purtroppo per l’Atalanta non è questa l’occasione buona per vincere a San Siro contro l’Inter e sfatare il tabù. Anzi, la Dea, proprio come sei mesi fa, esce con le ossa rotte, tramortita dalla superiorità dei campioni d’Italia in carica, ma anche con più di qualche colpa per l’uno-due replicato nel primo e nel secondo tempo: problemi forse d’approccio, di fronte alla squadra comunque più forte della Serie A. E senza Hien, oltre ai vari Kolasinac, Kossounou (troppo presto), Zaniolo e i lungodegenti, sbanda.
Certo, le assenze fanno la loro parte, ma a fare la differenza è soprattutto, appunto, la… differenza. Tecnica, di esperienza, di palleggio. L’Inter gioca a memoria e si vede dopo 170 secondi con l’azione che confeziona il vantaggio. Un’autentica perla, che poi finisce con un autogol sfortunato di Djimsiti, ma con enormi meriti nerazzurri per la costruzione. Stesso discorso per il raddoppio di Barella, con una sassata al volo da campione su cui Carnesecchi può solo stare a guardare. Ed è spaventosa anche l’azione che porta al palo di Thuram, ancora con deviazione di Djimsiti.
L’Atalanta prova a farsi vedere con il palleggio e mettere alle strette l’Inter arrivando anche ad un paio di situazioni potenzialmente pericolose per la porta di Sommer, che però di miracoli tutto sommato non deve mai farne, anche se la fiducia sembra crescere, con un Samardzic pasticcione ma almeno nel vivo dell’azione. Almeno fino a quando arriva l’intervallo.
L’avvio di ripresa si rivela uno shock, esattamente come nel primo tempo, con l’aggravante che stavolta i demeriti bergamaschi non sono pochi: due gol fotocopia subiti da Marcus Thuram, in due occasioni liberissimo di andare al tiro da pochi metri, abbandonato da una difesa che non sembra esserci più. Ed esattamente come nel primo tempo, anche nel secondo arrivano due gol nei primi 11 minuti.
Il resto della partita non è altro che accademia nerazzurra. Gasperini sceglie di dare minuti a capitan Toloi, che fa l’esordio stagionale, ma anche a Palestra. La pausa arriva al momento giusto: servirà per cementare un gruppo nuovo, che deve conoscersi, per arrivare al meglio alla prima stagionale in casa dopo sette partite – amichevoli comprese – lontano da Bergamo.
Inter-Atalanta 4-0
Marcatori: 3’ aut. Djimsiti, 10’ Barella, 47’ e 56’ Thuram
Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni (61’ Carlos Augusto); Darmian, Barella (79’ Frattesi), Calhanoglu (61’ Asllani), Mkhitaryan, Dimarco; Thuram (79’ Taremi), Lautaro (83’ Arnautovic). A disp. Martinez, Di Gennaro, Bisseck, De Vrij, Fontanarosa, Dumfries, Zielinski, Correa. All. Inzaghi
Atalanta (3-4-2-1): Carnesecchi; De Roon, Djimsiti, Ruggeri; Bellanova (58’ Toloi), Pasalic, Ederson, Zappacosta (79’ Palestra); Samardzic (79’ De Ketelaere), Brescianini; Retegui. A disp. Rui Patricio, Rossi, Del Lungo, Godfrey, Cuadrado, Cassa, Manzoni, Riccio, Lookman, Vlahovic. All. Gasperini
Arbitro: Marchetti
Ammoniti: De Roon (45+1’), Retegui (53’) per gioco falloso
Espulsi: –
Note: 995 spettatori ospiti. recupero tempo pt 3’, st 4′
I gol
1-0 3’ aut. Djimsiti – Azione da manuale dell’Inter, tutta di prima con triangolazioni veloci che porta Thuram al cross basso dentro l’area: deviazione di Djimsiti che beffa Carnesecchi sul primo palo.
2-0 10’ Barella – Clamoroso sinistro al volo del centrocampista dell’Inter dal limite dell’area, tiro potente e preciso su cui Carnesecchi non può nulla.
3-0 47’ Thuram – Il francese calcia in mezzo a tre uomini a pochi passi dalla porta su una rimessa lunga di Bastoni dopo una torre.
4-0 56’ Thuram – Come nel gol precedente, il numero 9 dell’Inter può calciare tranquillamente a pochi passi senza opposizione da pochi passi dopo un’altra torre.
Il momento chiave
Il gol del 3-0 – La partita si mette subito in discesa, ma il vero colpo del ko è il gol a inizio ripresa di Thuram che taglia le gambe alla Dea, che tutto sommato fino a quel momento era stata dentro la partita e sembrava poterci rimanere. Prima che due dormite difensive portassero i padroni di casa ad un uno-due letale.
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